Referendum Lavoro: appello promosso da docenti e ricercatori delle Università dell’Emilia Romagna per il SI

SI ALLA QUALITÀ
“Il lavoro non è una merce”

Noi docenti e ricercatori delle Università dell’Emilia Romagna pensiamo che i due prossimi referendum sul lavoro siano un’occasione importante per il Paese. Le due questioni specifiche
sono rilevanti. In una situazione di insopportabile disoccupazione giovanile, i “voucher” , ben lungi dall’essere una ragionevole regolarizzazione di forme di lavoro veramente accessorie, si
sono dimostrati una forma di precarietà che si aggiunge alla precarietà precedente.
Mentre il sistema degli appalti e dei sub-appalti, in mancanza di una piena responsabilità della prima stazione appaltante, sta diventando il regno del lavoro povero, della “irresponsabilità
sociale delle imprese”, sconfinando verso l’illegalità e l’economia criminale.
Ma il significato generale dei due referendum è ancora più importante. Si tratta di contestare la politica economica, sociale e del lavoro che da troppi anni si sta facendo.
Queste politiche si sono dimostrate uno straordinario mezzo di dispersione delle competenze e delle conoscenze in particolare delle giovani generazioni; cambiarle è necessario anche per
evitare che tante, troppe competenze del nostro Paese siano costrette a emigrare all’estero per trovare opportunità e condizioni dignitose di lavoro.
Di fronte all’evidente fallimento della teoria per la quale la riduzione dei diritti del lavoro avrebbe favorito l’occupazione si tratta di indicare, nel confronto referendario, la necessità di un diverso
modello di sviluppo basato sulla qualità. Qualità del sapere, qualità del lavoro, qualità dell’ambiente, qualità dello sviluppo.
Infine c’è da sottolineare che la stessa modalità referendaria può rappresentare un momento di svolta. Portare la discussione sul lavoro e sulla sua dignità in tutto il Paese, permettere alla
partecipazione democratica di indicare una strada alternativa per uscire dalla crisi, è sicuramente ciò di cui abbiamo bisogno.

Per questo, chiediamo al mondo culturale ed intellettuale di impegnarsi per favorire questa mobilitazione democratica. Di impegnarsi per favorire la massima partecipazione consapevole e
per far vincere i SI ai referendum per il lavoro.

PRIMI SOTTOSCRITTORI E PROMOTORI
Allamprese Andrea (Unimore, Ingegneria), Altieri Leonardo (Unibo, Sociologia), Balandi Gian Guido (Unife, Giurisprudenza), Balzani Vincenzo (Unibo, Chimica), Barbieri Nicola (Unimore,
Scienze dell’Educazione), Barbujani Guido (Unife, Scienze della vita), Bellini Alberto (Unibo, Ingegneria), Bertolini Paola (Unimore, Economia), Borelli Silvia, (Unife, Giurisprudenza), Bosi Paolo
(Unimore, Economia), Bodini Antonio (Unipr, Chimica), Borghi Vando (Unibo, Sociologia), BrasiliCristina (Unibo, Statistica), Casadei Thomas (Unimore, Giurisprudenza), De Pietri Roberto (Unipr, Matematica), Fiorani Giuseppe (Unimore, Economia), Franchi Maura (Unipr, Economia), Galli Carlo (Unibo, Storia), Giovannetti Enrico (Unimore, Economia), Gruning Barbara (Unibo, Filosofia), Guerra Luigi (Unibo, Scienze dell’Educazione), Jori Alberto (Unife, Studi Umanistici), Lassandari Andrea (Unibo, Giurisprudenza), Laudani Raffaele (Unibo, Storia), Leech Patrick (Unibo, Lingue), Martelli Alessandro (Unibo, Sociologia), Martelloni Federico (Unibo, Giurisprudenza), Muzzarelli Maria (Unibo, Storia), Pini Paolo (Unife, Economia), Ricciardi Mario (Unibo, Scienze politiche), Rinaldi Alberto (Unimore, Economia), Romagnoli Umberto (Unibo, Giurista), Solinas Giovanni (Unimore, Economia), Spettini Giuseppina (Unibo, Scienze dell’Educazione), Tassinari Giorgio (Unibo, Statistica), Tinti Annarita (Unibo, Scienze Politiche), Trentini Marco (Unibo, Scienze dell’Educazione), Vannucci Armando (Unipr, Ingegneria), Zappalà Salvatore (Unibo, Psicologia), Zappoli Sergio (Unibo, Chimica), Zini Alberto (Unimore, Economia)

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